SOLENNITÀ DELLA MATER SALVATORIS
Patrona del Pontificio Collegio Leoniano
Il 21 novembre 2023 si è celebrata presso il nostro Seminario la solennità della Mater Salvatoris. Oggi – ci ha ricordato il rettore don Emanuele Giannone – è festa in molti luoghi per la Presentazione della Beata Vergine Maria. Ad esempio, i Carabinieri festeggiano la loro patrona, la Virgo Fidelis. È come se Dio avesse voluto raccogliere ognuno sotto il manto di Maria, come se volesse che in tutti i luoghi la onorassero. Dio ha così un cuore paterno, di pastore, e desidera che a nessun figlio manchi la presenza della Madonna.
Non sappiamo quanto tempo Maria abbia trascorso nel Tempio. La sua fede, però, è espressa in quel Magnificat. È la fede del suo popolo. Mai lei disprezza questa fede. Così sia anche per noi il tempo in cui riconosciamo la fede del nostro popolo, le opere che Dio continua ad operare.
Un’altra cosa possiamo apprendere dalla Madre del Salvatore: il farsi da parte. Da Maria possiamo imparare cosa significa avere un cuore sacerdotale: non si mette davanti, ma mette davanti il Salvatore. È il gioire pienamente nel Signore, nel Salvatore. Tutto sia a maggior gloria di Dio. In questo sentiero di cammino formativo preghiamo la vicinanza, la custodia, la protezione di Maria, madre del Salvatore e madre nostra.
Questa devozione a Maria la si è ritrovata anche dalle condivisioni degli ex-alunni che ci hanno fatto visita in questa solennità. «Quante preghiere di affidamento alla Mater», «quante ne ha ascoltate! E tornare sotto il suo sguardo è un ringraziarla per il suo ascolto orante negli anni della formazione». Il periodo del Seminario è «tempo di innamoramento, come diceva papa Benedetto XVI. Sotto lo sguardo materno della nostra Madre del Salvatore. L’essere oggi sacerdote per la Chiesa di Cristo è anche grazie al suo manto di custodia del seme di vocazione sorto. Da lei l’insegnamento a dire il nostro sì al volere del Padre, al Vangelo del Figlio, all’azione dello Spirito, perché anche da noi nasca Cristo nel mondo». Significative sono state anche le condivisioni delle esperienze di fraternità in Seminario. «In Comunità mi sono sentito all’interno di una grande e bella famiglia», «il periodo più bello della mia vita per lo stare insieme, il vivere assieme. Quante possibilità per essere fratelli!».
Alla domanda «una parola per i seminaristi» tanto incoraggiamento. «La gente ha bisogno di santi sacerdoti». «Custodite la gioia». «Vivete gli anni del Seminario in toto, non avendo paura di essere voi stessi. Vivete tutto appieno!». «Coltivate quella chiamata ad essere pane spezzato per il popolo di Dio». «Lasciatevi guidare dai formatori per discernere la vocazione e missione della vostra vita, rafforzandovi nella preghiera», «con una predilezione per i poveri, vivendo il comandamento della carità, nutrendosi della Parola e dell’Eucaristia».
È stata anche l’occasione per inaugurare il nostro nuovo centro sportivo. Questo luogo – ha spiegato il seminarista Pietro Moressa, referente della Commissione sport insieme a Samuele Ciccarelli e Samuele Mulliri – è conosciuto da tutti come il «Pincetto» ed è sempre stato nella storia del Seminario uno spazio a disposizione dei seminaristi per poter praticare sport e attività fisica. Fino all’anno scorso si sono allenati qui e hanno avuto la possibilità di divertirsi insieme tutti i giovani che nel tempo si sono formati nel Seminario di Anagni. Sicuramente anche molti dei presenti ex-alunni l’avranno fatto e avranno molti ricordi. Lungo gli anni questo luogo ha permesso la nascita di una squadra di calcio del Pontificio Collegio Leoniano che ogni anno sfida gli altri Seminari regionali d’Italia in un Torneo di Calcio a 5. Questo costituisce un valore aggiunto perché consente il confronto e la crescita dell’amicizia anche con realtà diverse, regioni diverse e seminaristi di altri luoghi, e quindi un’occasione non solo agonistico-sportiva, ma anche di comunione. Lo scorso anno, a Potenza, la squadra del Leoniano ha avuto la soddisfazione del primo posto nel torneo. Così come altre due volte, a Molfetta e Napoli, ha avuto questa gioia, anche come frutto delle attività sportive.
La realizzazione di un’area polivalente con campi da basket, pallavolo e calcetto consentirà a tutti i seminaristi di praticare sport in base alle proprie capacità e inclinazioni. Il valore dell’attività fisica nell’ambito del Seminario rientra all’interno della formazione globale, che comprende oltre lo sviluppo della dimensione spirituale e intellettuale anche quella fisica, con l’opportunità di praticare sport di squadra, di imparare il valore del sacrificio, del superare i propri limiti e imparare a perdere accettando la sconfitta. Un doveroso ringraziamento, dunque, a chi nel tempo ha portato avanti la progettazione e realizzazione di questi spazi, all’équipe formativa e a tutti i professionisti che con il loro lavoro hanno offerto a tutti noi questa opportunità.
Dopo l’inaugurazione e benedizione del Campo sportivo, Mons. Giovanni Cecchinato – già Rettore del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni dal 2005 al 2015 e attuale arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano – ha presieduto la solenne Celebrazione Eucaristica nella Cappella maggiore. Nella sua omelia ci ha presentato la devozione di Maria come presente da sempre in seno alla Chiesa. Il testo che la Liturgia propone (Mt 12,46-50) è quello di una grande incomprensione verso Gesù. Cosa significa essere madre, fratelli, sorelle di Gesù? Ben undici volte in questa pericope sono presenti aggettivi possessivi. L’intento dell’evangelista è quella di far capire ai discepoli cosa significa essere familiari, intimi del Signore. «Anzitutto, Gesù – continua l’arcivescovo – sottolinea quel cambio di mentalità che deve superare l’idea della gente di quel tempo, dell’autorità sinagogale e civile. Gesù non è un leader carismatico venuto a rispondere all’occupazione romana. Si colloca oltre le nostre attese e pretese». Essere intimi del Signore significa entrare in una relazione che può condurre oltre i nostri recinti. Per questo occorre frequentare la sua Parola che ci fa aprire nuove prospettive, nuove sfumature che non subito comprendiamo. «Lo stesso Giovanni Battista fa fatica a cogliere il messaggio di Gesù. Lui, amico dello Sposo, può essere a Lui intimo quando comprende il suo reale posto nella dimensione del Regno, quando mette ordine alle priorità relazionali e valoriali». Perfino i parenti di Gesù, forti del legame di sangue, possono dire di vivere un’intimità vera con Gesù. Anche a loro può essere rivolto il «non vi conosco!». Non basta una frequentazione assidua. «È Gesù che ci svela che “chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre”. È un’accoglienza aldilà delle nostre comprensioni. Proprio Maria è la perfetta realizzazione di questa accoglienza della volontà di Dio. Concepì prima nel cuore e poi nel grembo. Maria accolse la Parola, anche se non sùbito appieno ne comprese il significato. Custodiva tutte queste cose nel suo cuore». Sotto la Croce accolse il Testamento del Moribondo. La vita di Maria è tutta accoglienza e amore. «Allora, alla Mater chiediamo il dono di accompagnarci nel cammino formativo per diventare sempre più intimi del Redentore: “Dacci, o Signore, il tuo amore, la tua grazia. Questa sola ci basta!”».
Paolo Larin