Ritornare per capire (Gv 21,1-19)
di Pietro Bonome, seminarista del VI anno
Pietro ritorna al passato, ritorna al suo vecchio mestiere, quello di pescatore. Egli non sa far altro che quello; ancora non ha capito che il suo ruolo è annunciare a tutte le genti il Vangelo di Gesù Salvatore, il quale è morto e risorto. Lui come anche i suoi compagni si è fermato all’evento della morte di Gesù, una morte anche infamante come quella della croce. Ma anche se la pietra del sepolcro è stata ribaltata, anche se vi sono entrati dentro e l’hanno trovato vuoto, anche se hanno udito l’annuncio delle donne ed hanno visto lo stesso Gesù (almeno due volte a Gerusalemme nel primo giorno della settimana), nonostante queste conferme della resurrezione i discepoli sembrano ancora bisognosi di incontrarlo per credere e prender coscienza dell’accaduto. Ci troviamo sul lago di Tiberiade, dopo una lunga e faticosa notte piena di insuccessi. A seguito di una pesca infruttuosa, una figura misteriosa sulle rive del lago invita i discepoli ad azzardare, a gettare nuovamente le reti, e così fanno. «Gettate le reti sul lato destro della barca, e troverete» sono parole che richiedono fede ed obbedienza, sono un comando e una promessa allo stesso tempo, a cui Pietro ed i compagni aderiscono. Dopo questo evento uno dei presenti sulla barca riconosce in quella figura Gesù; è il discepolo amato, Pietro non lo ha riconosciuto, ma egli sì. La forza dell’amore porta al riconoscimento dell’amato, ovvero del Signore. Non sappiamo il nome di questo discepolo (la tradizione gli dà quello di Giovanni), ma grazie a questa figura Pietro comprende, grazie a questo intermediario egli ha la possibilità di rincontrare il Signore. Tanta è la foga e la voglia di tale incontro che Pietro si getta e raggiunge Gesù a nuoto. Niente di insolito, si potrebbe immaginare, è un pescatore, quindi un uomo che sa nuotare; ma la cosa strana è il fatto che si veste, leggiamo infatti: «si strinse le vesti ai fianchi, poiché era svestito». Solitamente si pensa che per nuotare meglio e esser liberi nei movimenti sia meglio svestirsi. Pietro, invece, si presenta al Signore cosi com’è, nella sua totalità; con il suo “vestito” di debolezza, paure e tradimenti; e Gesù lo ama e lo prende con sé così com’è. Lo riconferma suo apostolo, e poco dopo, per tre volte gli chiede se lo ama. Tre come furono le volte in cui Pietro lo aveva rinnegato.