Missione: Passione per Cristo, nostra Passione
Dal 12 al 15 aprile si è svolto a Padova il 62° Convegno Missionario nazionale dei seminaristi. Del nostro Seminario abbiamo partecipato io e Danilo Di Nardi, seminaristi del secondo anno di filosofia. Abbiamo vissuto una bella esperienza e possiamo testimoniare quanto sia stato utile soffermarsi a riflettere sul tema della Missione. Ad una parte introduttiva sui lavori del Convegno curata da me, segue una sui contenuti e sugli esiti curata da Danilo.
Il serio impegno degli organizzatori è stato già una bella Missione nei nostri confronti. Eravamo circa 170 seminaristi provenienti da diversi Seminari italiani, tra cui alcuni seminaristi stranieri che studiano nel nostro Paese. L’istituto Missio della Cei e la Diocesi di Padova hanno organizzato questi giorni proponendoci, accanto all’aspetto formativo e culturale, l’intrattenimento serale con vari spettacoli divertenti ed educativi. Si è respirato un vero clima missionario, che traspariva dalle testimonianze di tante persone che hanno consacrato la loro vita a questo fine, per poter infondere in ogni loro attività il profumo della Passione che Cristo stesso ha avuto per il Padre, compiendo la Sua Missione a servizio dei fratelli e delle sorelle di tutto il mondo.
Il tema scelto per il Convegno è stato: “La Messe è molta… e grida”. Dalle varie attività che sono state svolte è emersa una duplice interpretazione del tema. La prima riguarda l’aspetto moderno dell’indifferenza verso Dio, poiché si è notato che la Chiesa ha il compito di dover percepire il gridodi tante persone che, seppur non interessate alla fede, hanno bisogno di cristiani autentici e coerenti per poter tornare a curare la loro vita spirituale. La seconda interpretazione riguarda la semplice constatazione che in alcune parti del mondo vi è la grande necessità della presenza di missionari, a motivo del gridodi popoli desiderosi di Cristo, come in una Diocesi della Tanzania in cui vi sono 700 mila cattolici e solo 36 preti! Insomma, queste gridasono entrambi importanti e vanno ascoltate.
Prima di passare alla parte contenutistica dell’articolo, mi soffermo su due aspetti missionari importanti. Il primo è quello che riguarda noi seminaristi. Infatti, abbiamo potuto vivere nel piccolo l’attività missionaria attraverso il rapporto reciproco, poiché ho notato che Cristo ci ha portato a condividere tanto bene presente in noi. Questa significativa “comunione” fra noi rappresenta il vero alimento per poterci dedicare bene alla Missione che il Signore vorrà affidarci nella Chiesa. Il secondo aspetto riguarda le testimonianze dirette di vari missionari che si sono spesi, e tutt’ora si stanno spendendo, per la Missione “Ad Gentes”. Nelle parti più bisognose del mondo, infatti, c’è una grandissima quantità di persone che ha desiderio di incontrare Cristo e vi è mancanza di cristiani che si consacrino totalmente per portarLo a loro. Sono intervenuti un Vescovo di 72 anni con solo due preti diocesani e 50 isole da servire, una famiglia trasferitasi per anni in una grandissima parrocchia del Sud America per aiutare i più poveri e per sostenere dei preti italiani in missione, un sacerdote diocesano che ha servito per 9 anni una parrocchia del Brasile di 180 mila persone per dedicarsi a tantissimi fedeli bisognosi dei Sacramenti e per spendersi a favore dei più disagiati. Penso che queste testimonianze ci dovrebbero far riflettere su quello che san Francesco Saverio, patrono delle missioni, già ci diceva 500 anni fa, quando richiamava la Chiesa Occidentale, a volte troppo “comoda e tranquilla”, ad interessarsi di Nazioni in cui vi è un’immensa quantità di persone bisognose di preti, consacrati e laici che gli portino Cristo. Egli pure voleva gridare di andare in terra di missione!
Quanto alla parte contenutistica, i lavori del Convegno si sono svolti nell’ambito di 5 workshops, in cui si è riflettuto su altrettante tracce elaborate a partire dai brani evangelici di Mt 9, 35-38e Mc 6, 34, nei quali Gesù prova compassione per le folle e si mette ad insegnare loro. Ci siamo domandati se oggi è sempre chiaro che il contenuto e il messaggio dell’insegnamento siano una Persona, Cristo stesso, da proporre con uno stile di vita coerente e credibile, che lasci trasparire la bellezza di un incontro personale con Lui, che cambia il cuore e suscita la spinta ad annunciarlo a chiunque incontriamo nel nostro quotidiano. Anche oggi, come ai tempi di Gesù, l’umanità appare stanca, sfiduciata, disorientata, come gregge bisognoso di pastore, in cerca più del pane per soddisfare la fame del momento che del senso profondo che soddisfi la fame del cuore. Educati dall’ascolto della Parola e confortati da testimoni credibili dell’amore gratuito del Signore, sostenuti dall’Eucaristia e incoraggiati dall’esempio e dal Magistero di Papa Francesco, è possibile interpretare le difficoltà del tempo presente come una sfida per la missione della Chiesa. Occorre innanzitutto imparare ad abitare tutti i luoghi della nostra vita, specie la famiglia, la scuola, vedendoli come contemporanee sinagoghe in cui Gesù insegna, e pertanto, percepirli come luoghi di incontro con Cristo e di possibilità di farlo incontrare a chi ancora non lo conosce. Per poter fare ciò è necessario saper uscire, come ha fatto Gesù percorrendo città e villaggi, abbandonando i nostri comodi spazi (come spesso ci esorta Papa Francesco) per andare incontro ai fratelli, senza attendere che siano essi a cercarci. Si è capaci di fare ciò solo se si recupera lo sguardo compassionevole di Gesù per le folle, la sua passione per il Padre e per l’annuncio del Suo Regno. La missione, infatti, è testimoniare con la propria esistenza l’esperienza unica di un incontro con Cristo, che dona la capacità di sapersi relazionare con l’altro in modo nuovo, annunciando e testimoniando il Vangelo, consapevoli di essere chiamati da Dio tra la messe, per essere inviati nella messe. Lo spirito missionario, infatti, non proviene da un’iniziativa personale, ma divina, come Gesù ci ha ricordato, esortandoci a pregare il Signore della messe perché mandi operai in essa. È necessario, quindi, riscoprire la dimensione della preghiera come esperienza di incontro con il Signore per potersi lasciar plasmare da Lui e diventare così pastori secondo il cuore di Cristo, capaci di vivere con passione, sapendo ascoltare l’altro, facendosi suo compagno di viaggio come Gesù con i discepoli di Emmaus, guardandolo con la tenerezza di Dio. Oggi da seminaristi, in futuro da presbiteri, bisogna recuperare la bellezza del percorrere, correre-per, non per desiderio di attivismo, ma per incontrare i fratelli al fine di far emergere in ciascuno le ragioni profonde del vivere e dello sperare, spinti dalla passione per il Vangelo. Perché questa passione cresca in noi, con il documento finale del Convegno, che verrà presentato all’attenzione della Cei, è stato proposto di inserire nei percorsi formativi dei Seminari esperienze di studio e di servizio in terre di missione e presso realtà di servizio quali Missio CMD, Caritas Italiana, Migrantes, oltre che il corso di missiologia nei piani di studio, già previsto dalla nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis.
Anagni, 24-4-2018
Flavio Emanuele
Danilo di Nardi