“La Bella e la Bestia”
di Flavio Emanuele, seminarista del I filosofia
Su questo film si possono dire tante belle cose poiché è tratto da una stupenda fiaba, ma io non voglio soffermarmi tanto su qualche aspetto da commentare quanto sul suo significato più profondo alla luce della fede cristiana. La fiaba inizia con la storia di un principe a cui piaceva la bella vita di palazzo, ma in cuor suo non era buono. Difatti da bambino, mentre la mamma gli stava vicino, era stato bravo, ma poi il padre lo prese con sé e lo fece diventare malvagio come lui. La prima verità da tirar fuori è che ogni uomo è il frutto della sua crescita. Facendo un raffronto con la fede, vediamo che il buon Dio ha dato alla luce l’uomo e lo ha ben educato come una mamma amorevole. Poi, il diavolo ha sedotto l’uomo promettendogli beni apparenti, allontanandolo dalla sua originaria condizione. Però Dio, Padre dell’uomo, non si è dimenticato di lui.
Nella fiaba il principe diventa una bestia per una maledizione e potrà tornare uomo solo se imparerà ad amare e riuscirà ad essere amato. Ecco la seconda verità essenziale per l’uomo: l’unica via per la sua redenzione è l’amore. Noi sappiamo che Dio è amore e si è manifestato attraverso suo Figlio Gesù che, amando l’uomo fino a morire in croce per lui, gli ha insegnato ad amare. E il lieto fine è questo: Gesù è risorto dalla morte e grazie a lui qualunque uomo, anche il più bestiale, può morire alla sua condizione malvagia e risorgere da figlio di Dio, per essere veramente uomo.