IV Mistero Gaudioso | La Presentazione di Gesù al Tempio
Proviamo a meditare con gli occhi di Maria…
Passati i giorni previsti per la purificazione, Giuseppe ed io partimmo verso Gerusalemme per presentare Gesù al Tempio. Ogni primogenito era sacro a Dio e molto più lo era Lui, il Figlio dell’Altissimo. Dovevamo offrire in sacrificio una coppia di giovani colombi per riscattarlo, ma nessuno in quel momento sapeva che stavamo presentando l’Agnello di Dio venuto a togliere il peccato del mondo. Decidemmo di fare tutto nella piena fedeltà alla legge di Mosè. Lui, Gesù, la Legge, si sottomise alla legge stessa.
Offrire Gesù a Dio andava ben oltre; era anticipazione del sacrificio cruento che si sarebbe consumato proprio lì, a Gerusalemme, sul Golgota, nell’ora stabilita, per la salvezza di tutti.
Nessuno poteva immaginare che in quel momento il Santo dei Santi fosse presente in carne ed ossa nel Tempio. Nessuno, tranne uno. Era lì presente un anziano, un uomo dall’aria giusta e timorata, che ci venne incontro come se ci stesse aspettando e, prendendo il Bambino tra le braccia, cominciò a lodare il Signore. Io e Giuseppe rimanemmo stupiti e in quel momento io ripensai alle parole dell’angelo. Ecco un’altra conferma. La gioia, però, si spense quasi subito; quell’anziano di nome Simeone continuò la sua lode dicendo qualcosa di incomprensibile. Parlava di contraddizione, di rovina e di risurrezione. Poi egli si rivolse a me dicendo che una spada avrebbe trafitto la mia anima. All’ascolto di quelle parole ebbi paura e mi chiesi: “Perché la spada se l’angelo mi aveva detto che avevo il favore di Dio?”
Secondo la predizione di quell’anziano, mio Figlio avrebbe sofferto ed io sarei stata associata al Suo dolore. In quel momento ero confusa, solo dopo compresi quelle parole, solo in seguito capii di quale segno Simeone parlava e quale spada mi avrebbe trafitto. La Croce cominciava a delinearsi, il Calvario si faceva nitido all’orizzonte e, da lì, cominciai pian piano a comprendere la missione di mio Figlio, la mia, la nostra.