Il sogno di Giuseppe (Mt 1,18-25)
di Alessandro casaregola, seminarista del VI anno
Sulla scia della cosiddetta “genealogia” di Gesù, in cui ci viene presentato come Dio sia entrato nella storia dell’uomo, l’evangelista Matteo riprende ora l’argomento da un’altra prospettiva, e cioè dal modo concreto attraverso cui noi stessi siamo chiamati ad accogliere e accettare l’arrivo di Dio nella nostra storia, nella nostra vita. A Giuseppe capita qualcosa di grande, che va oltre la possibile comprensione umana! Maria, sua promessa sposa, è incinta! Egli non sa che fare, ha paura, pensa al ripudio in segreto e mentre “considera queste cose” si addormenta e sogna. Mi piace pensare che, quando si sogna, la barriera esistente tra cuore e testa si infrange, dando libera uscita a pensieri e sentimenti, al punto da farli incontrare e mescolare tra loro, rendendo più evidenti, a volte, anche i nostri desideri più profondi. Nel sonno, Giuseppe riesce a dar voce al suo desiderio più grande, e cioè quello legato al suo amore per il Signore e per Maria. Così la paura a un tratto scompare, l’incoraggiamento di Dio per mezzo dell’angelo aiuta Giuseppe a guardare lontano, con occhi nuovi, conducendolo, al suo risveglio, ad agire non più secondo le sue paure, ma secondo Dio. La Parola di Dio infatti, se lasciata entrare nel cuore, risveglia quel sogno che Dio stesso ha seminato in ciascuno di noi, e che attende solo di essere da noi accolto e coltivato. Giuseppe rappresenta così colui che con il suo atto di fede accetta e accoglie “l’ingresso di Dio”, attraverso Maria, nella storia, e richiama così ciascuno di noi a parteciparvi attivamente. Attraverso la sua disponibilità e la sua fiducia in Dio, Giuseppe vince la paura del giudizio degli altri, realizza il sogno d’amore che porta nel cuore e comprende di essere strumento nelle mani di Dio!