Lectio mensile: Il Buon Samaritano
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10, 29-37)
“Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”. 30Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. 37Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”.”
Lectio
Primo momento: introduzione scenica. Gerusalemme sta in alto: mura sicure, case accoglienti, il Tempio offre bellezza e protezione.
Mille metri più in basso sta Gerico, città delle rose, sulla rive del mar Morto a 300 mt sotto il livello del mare.
Tra Gerusalemme e Gerico, vi è il deserto di Giuda attraversato da una strada pericolosa.
È il quadro che fa da sfondo alla parabola. Qui avviene il fatto che Gesù narra.
Secondo momento: penoso spettacolo del “cuore duro” del sacerdote e del levita che passano oltre…
Nella loro durezza di cuore può specchiarsi la nostra. La necessità dell’altro mi pone in difficoltà. Ci chiudiamo e scarichiamo sugli altri. I rapporti che ci legano agli altri, senza la scintilla della carità restano inerti.
Terzo momento: cuore della parabola. Si racchiude in unico verbo ἐσπλαγχνίσθη. Dice l’intensa commozione e pietà da cui è afferrato il Samaritano. Non è risveglio di bei sentimenti…
In 7,13 il verbo dice l’atteggiamento di Gesù dinanzi al funerale del figlio della vedova di Naim. Il Samaritano sembra attratto nel misterioso movimento di misericordia di Dio nei confronti dell’uomo.
Quarto momento: conclusione movimentata espressa da almeno 9 bellissimi verbi greci che esprimono azione e premura.
- Venne presso di Lui: ἦλθεν κατ’ αὐτὸν
- Visto: ἰδὼν
- Si commosse: ἐσπλαγχνίσθη
- Avvicinatosi: προσελθὼν
- Fasciò le ferite: κατέδησεν τὰ τραύματα
- Versando sopra olio e vino: ἐπιχέων ἔλαιον καὶ οἶνον
- Caricatolo: ἐπιβιβάσας
- Lo condusse: ἤγαγεν
- Si prese cura: ἐπεμελήθη
Il Samaritano si fa prossimo, unge, carica… sborsa. Insomma non abbandona il mezzo morto al suo destino. Si prende cura di lui, lo affida al locandiere…
Meditatio
La parabola è miniatura del volto del Padre rivelato nell’AT e che Gesù riflette nel suo (Gv 14,9 “chi ha visto me, ha visto il Padre”).
È per il nomicós di 10,25 che deve vedere l’amore Padre/Figlio aperto ai piccoli.
Il nomicós è teso ad amare Dio e il prossimo: 10,27.
Si chiede: “ma a me chi vuol bene?”
Per l’uomo, prima dell’amare, viene l’essere amato: di essere amato si vive!
Nella narrazione un personaggio si dissolve nell’altro fino a diventare tutti un’unica persona. Il legista (io) è chiamato ad identificarsi col mezzo morto che il Samaritano carica sul suo asino (?) o su ciò che si era acquistato (ἐπὶ τὸ ἴδιον κτῆνος).
Il Samaritano si fa carico del mezzo morto (di me) e va verso Gerusalemme dove porta su di sé la Croce che io gli ho posto sulle spalle, la Croce che sono io.
Io accolto e guarito potrò a mia volta accogliere e curare tutti i mezzi morti, potrò fare anch’io quello che il Samaritano ha fatto per me.
Oratio / Contemplatio
Gesù, infamato come Samaritano (Gv 8,48 Σαμαρίτης εἶ σὺ καὶ δαιμόνιον ἔχεις;) perché accoglie i peccatori e mangia con loro (Lc 15,2 Οὗτος ἁμαρτωλοὺς προσδέχεται καὶ συνεσθίει αὐτοῖς.).
Gesù oltrepassa ogni limite per farsi prossimo ad ogni uomo e rivelare l’amore del Padre.
Io scendo da Gerusalemme a Gerico, mi nascondo da Dio / Lui da lontano mi vede (Lc 15,20).
Io sono caduto in mano hai briganti / Lui finì fra due malfattori: 23,39-43.
Io spogliato della sua immagine / rivestito dalla sua nudità: 23,34b.
Io percorso / guarito dalle sue piaghe: 1Pt 2,25.
Io lasciato mezzo morto / Lui abbandonatosi alla morte mi dà vita: 23,40.
È il mio Dio, mi ama di amore eterno! (Ger 31,3)
O Maria, aiutaci ad amare Dio con tutta la nostra vita, diventando partecipi dell’amore fedele della Chiesa a Gesù. Risveglia e fortifica in noi un’attenzione premurosa ai fratelli. Donaci la gioia di unirci all’amore più grande che è stato celebrato sulla Croce.
Actio
Quali gesti concreti mi suggerisce la carità che il Signore accende nel mio cuore? Subito voglio viverne qualcuno. Così il Vangelo camminerà con noi nella storia…
Riflessione di don Angelo Conti