Grazie per… consolare gli afflitti!
DALLA SECONDA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO AI CORINZI (1,3-7)
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione.
Ma chi sono gli afflitti ? E che cos’è la consolazione? Perché consolare gli afflitti è un’opera di misericordia?
Gli afflitti sono coloro che non riescono a dare una spiegazione alle proprie o altrui sofferenze. E’ l’esperienza di Giobbe che risponde ai suoi amici che vogliono consolarlo :” perché dunque mi consolate invano, mentre delle vostre risposte non resta che inganno?” ( Gb 21,34); l’esperienza della sofferenza diventa incomprensibile pensando a Dio.
La vera consolazione è quella in cui riesci a stare nell’afflizione dell’altro – in qualche modo – rispettando la solitudine in cui vive a motivo della sofferenza facendosi prossimo e facendo sperimentare la consolazione del Signore. non dimentichiamo che il “grande” Consolatore nel vangelo di Giovanni è lo Spirito santo che continua l’opera di consolazione di Gesù fino al giorno in cui “ tergerà ogni lacrima dai loro occhi, non ci sarà più la morte, né il lutto, né il lamento, né l’affanno, perché le cose di prima sono passate”. ( Apoc. 21,4)
Perché consolare gli afflitti è un’opera di misericordia ce lo spiega San Paolo in 2 Cor 1,3-7 … difficile da razionalizzare in quanto essere afflitti è una situazione di felicità perché si è nella condizione di essere consolati. Sembra quasi un paradosso che trovarsi nell’afflizione sia motivo di esultanza perché veniamo
consolati dal Signore. Ci viene in aiuto Maria ai piedi della croce (Gv 19,25): Maria che consola Gesù con la sua sofferenza di madre e Gesù che consola la madre preoccupandosi del suo futuro … l’attenzione all’altro che diventa donazione per l’altro.
Don Domenica Buffone, vicerettore del VI anno