Fede e cittadinanza planetaria
Mercoledì 20 febbraio, alle 17.00, la comunità del Leoniano ha potuto vivere un momento di formazione culturale con don Alfredo Micalusi, sacerdote responsabile della Caritas dell’Arcidiocesi di Gaeta, sul tema “Fede e cittadinanza planetaria”.
La mondialità è una questione che necessariamente interpella la coscienza del credente. Egli nota che nella nostra comunità c’è una “frantumazione della coscienza e dell’ethos condiviso”. La Chiesa in questo tempo – nota don Alfredo – in particolare con il pontificato del Santo Padre sta scommettendo molto sulla formazione della coscienza.
Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità numerosi problemi morali, che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella sociale. (Concilio Vaticano II, GS 16)
Alcune questioni – dice don Alfredo – sono planetarie non possono essere trattate in modo individuale, alcune questioni cioè riguardano il mondo intero. Esempi di problema planetari sono l’ambiente o la sicurezza.
Su quest’ultimo tema è importante riflettere che non si è più sicuri contro un avversario ma con un avversario. È il sistema della guerra preventiva.
Un’altra sfida planetaria è l’economia, e in particolare dopo le recenti crisi economiche, è necessario che la politica torni a prevalere su di essa.
Così anche l’immigrazione è un tema da affrontare su base planetaria e non può risolversi con la semplice chiusura delle frontiere.
Il bene comune è il bene di tutti gli uomini e di tutto l’uomo. È finito il tempo in cui il bene comune poteva essere identificato con il bene dei cittadini di uno stato. Se uno pensa solo al bene di quei cittadini finirà per fare il male di quei cittadini. Dobbiamo ricordare anziché sostenere un popolo contro un altro che l’antagonismo è mortale!
Ma oggi siamo in un tempo buono! Un tempo in cui la coscienza planetaria sta diventando chiara, per un movimento di coscienze e di azione che sta operando nella Chiesa e nel mondo! Ci sono potremmo dire solo due partiti quelli a favore dell’uomo e quelli ad esso contrario.
Di recente (a dicembre 2018) si è tenuto a Marrakech una riunione intergovernativa che ha portato alla siglatura di un Patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare. Questo è un’espressione di quella coscienza planetaria che dicevamo prima.
Una coscienza che ci chiede di andare oltre…
- Oltre stessi
- Oltre il dovuto
- Oltre la banalità e anche oltre la normalità, per aprirsi allo stupore: dice Levinas che vediamo cose belle in proporzione alla nostra capacità di meravigliarci; la bellezza è il premio della meraviglia
- Oltre la testa, metterci il cuore
- Oltre la durezza e la violenza, viviamo in un tempo duro
- Oltre il brutto, per riscoprire la bellezza
- Oltre le cose grandi alla ricerca delle cose vere
- Oltre la paura della diversità
- Oltre la rassegnazione
- Oltre i privilegi
- Oltre il “mi faccio i fatti miei”
- Oltre la legalità per una giustizia che umanizza le leggi…
Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora ci dirò che, nel vostro senso io non ho patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro, gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri. (don Lorenzo Milani)
Quali sono le chiavi di lettura del fenomeno dell’asse Nord-Sud?
- Il Sud è in ritardo. Non ha le capacità, i mezzi, le risorse, forse sono meno capaci. Il capolavoro di chi sta in alto è dire ai penultimi, che siamo noi, è dare la colpa del malessere di questi agli ultimi. Questa chiave di lettura ha prodotto nel campo laico una serie di conseguenze: progetti di sviluppo, aiuti umanitari, finanziamenti, cooperazione internazionale, concretizzando si nel fatto che la generosità dei paesi ricchi genera progetti per aiutare quegli stati “in ritardo”, in via di sviluppo, che vanno aiutati. In campo religioso com’è andata? Talvolta anche il nostro modo di presentare la missione è stata quella della promozione umana, della carità: una chiave di lettura pietistica e paternalistica per cui noi ricchi aiutiamo gli ultimi e i poveri che non ce la fanno.
- Il benessere del Nord si basa sul malessere del Sud. Uno dei buisness che non è mai calato, nonostante la crisi, è quello delle armi. Il penultimo rapporto Oxfam dice che le prime otto persone più ricche del mondo hanno la metà della ricchezza del pianeta (3,5 miliardi di persone). Essi suggeriscono che i nemici sono i poveri. Questa è la vera chiave di lettura – continua don Alfredo – e se vogliamo fare dei progetti di missione dobbiamo non aiutarli ma invertire la rotta di un’ingiustizia sistematica.
Queste due chiavi di lettura non sono conciliabili. Ed è il Vangelo – conclude – che ci chiede di schierarci in una posizione chiara.
Segue un momento in cui don Alfredo mostra alcune foto delle missioni in Guinea che ha portato avanti con la sua Guinea Action. Lo spirito che guida l’iniziativa è di costruire non per loro ma con loro. Ogni anno parecchi giovani dalla sua diocesi partono per stare con la gente, prima che per fare. I capi saldi dell’iniziativa sono: istruzione, sanità, sviluppo sostenibile ed educazione interculturale.
Don Alfredo conclude con questo monito:
Nous devons apprendre à vivre ensemble comme des frères, sinon nous allons mourir tous ensemble comme des idiots. (M. L. King)