CHE SIA BENEDETTA
di Rosario Vitagliano, seminarista del II teologia
Che sia benedetta è il brano che Fiorella Mannoia ha presentato alla 67° edizione del Festival di Sanremo, classificandosi al secondo posto, sebbene per molti sia la vincitrice morale del Festival.
Un piccolo giro di violini e subito inizia una leggera melodia, che accompagna il testo le cui parole riflettono sulla vita e sull’uomo, in un sottile crescendo fino al ritornello in cui la voce della Mannoia si apre in tutta la sua intensità: “Che sia benedetta, per quanto assurda e complessa ci sembri la vita è perfetta, per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta, e siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta, tenersela stretta”. È un vero e proprio inno alla vita, nonostante tutte le difficoltà, un invito a non sprecarla ma a custodirla come il tesoro più prezioso che abbiamo, anche se a volte non ne capiamo il senso, di fronte a tante paure, dubbi, angosce e difficoltà che viviamo a livello personale e comunitario.
In una canzone così ricca di spiritualità non poteva mancare un riferimento a Dio: “e se è vero che c’è un Dio e non ci abbandona, che sia fatta adesso la sua volontà”, se è vero che Lui è nostro Padre, che vuole il nostro bene e la nostra felicità, siamo chiamati a riscoprire il nostro rapporto con Lui, a conoscerlo, nella certezza che siamo suoi figli amati.
Nella parte finale del brano ci si rivolge a coloro che ogni giorno hanno il coraggio di vivere, a coloro che sopportano il dolore, a coloro che hanno perso tutto ma ricominciano da capo perché “niente finisce quando vivi davvero”; anche per tutti loro la vita è benedetta.
In un tempo in cui si parla tanto di vita, spesso in modo banale o considerandola come un bene di cui dall’inizio alla fine ognuno può disporre come vuole, la canzone invece ci dice che la vita è il bene più grande che abbiamo, siamo noi che dovremmo imparare a custodirla, a valorizzarla, ad apprezzare ogni attimo, ogni momento che viviamo, “a tenercela stretta”, e nella misura in cui sappiamo amare la nostra vita potremo dare amore e far sì che anche gli altri possano amare la loro vita. Solo chi ha sperimentato che la vita è più forte di tutto saprà essere fonte di vita e di speranza anche per tutte le persone che incontrerà nel proprio cammino.