#CARITÀ2 – Esperienze di Servizio dei seminaristi
Paolo racconta l’esperienza di carità missionaria a Chambéry
Due Seminaristi in missione
Il Vangelo di domenica 17 luglio 2022, giorno in cui io e Leonardo siamo partiti, ci dà lo spunto per condividere con voi l’esperienza missionaria a Chambéry, vissuta dal 07 al 17 luglio 2022. Difatti, con Marta che ospita Gesù, e Maria — la sorella — che ha scelto la parte migliore sedendosi ai piedi del Signore e ascoltando la sua parola[1], anche noi abbiamo vissuto queste due dimensioni: la preghiera e il servizio.
La mattina ci recavamo alla cappella del SS. Sacramento dove c’è l’Adorazione Eucaristica perpetua e lì pregavamo l’Ufficio delle letture, le Lodi mattutine e meditavamo la Parola del giorno. È incredibile quante persone vengano lì. C’era sempre qualcuno in adorazione che ci precedeva o che veniva durante o subito dopo di noi. E lì, quando non pregavamo al parco comunale o per le vie cittadine, abbiamo trovato sempre fedeli in adorazione, e anche tanti giovani.
Questa esperienza missionaria si è potuta realizzare grazie alla costante dedizione e materna cura di suor Rosette. Lei e don Gianni, che abbiamo conosciuto in un pranzo in Seminario, quando è venuto a parlare con l’équipe formativa, hanno proposto questa esperienza al Consiglio Pastorale Diocesano. Così si sono mobilitate tantissime persone, proprio per farci vivere appieno quella realtà missionaria.
[1] Cfr. Lc 10,38-42.
Chambery: immergersi nell’esperienza
A Chambéry, oggi comune francese e capoluogo del dipartimento della Savoia, certamente frutto anche di una storia multiculturale[1], si cerca di vivere — come indicato da papa Francesco nel messaggio per la 107a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato — «Verso un noi sempre più grande». Questo è un chiaro orizzonte per il nostro comune cammino in questo mondo: «Siamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità»[2].
Questo duplice appello ai fedeli cattolici e poi a tutti gli uomini e donne del mondo l’abbiamo visto concretizzarsi nella Cantine Savoyarde. Questa mensa è nata il 29 dicembre 1983, a seguito di un rigido inverno che ha visto la morte di due senzatetto che non avevano un posto dove stare e niente da mangiare. Alcune associazioni sociali hanno deciso che ciò non sarebbe dovuto accadere di nuovo. Dunque, hanno individuato un centinaio di senzatetto che vagavano per la città. Notando che solo i residenti del Centro di accoglienza di emergenza (CHU) beneficiavano di un pasto serale, hanno deciso di creare quella che prima era chiamata La Gamelle Savoyarde[3], una mensa per persone senza fissa dimora[4]. Attualmente ci sono volontari sia francesi sia migranti, sia cattolici sia musulmani, atei e cristiani non cattolici. Per quanto riguarda gli ospiti, ci sono tanto i migranti, tanto i rifugiati, quanto le realtà di nuove povertà e fragilità. Ad ogni modo, qui abbiamo colto una carità capace di «abbracciare tutti per fare comunione nella diversità, armonizzando le differenze senza mai imporre una uniformità che spersonalizza. [La Cantine Savoyarde è un’occasione propizia di testimonianza cristiana.] Nell’incontro con la diversità degli stranieri, dei migranti, dei rifugiati, e nel dialogo interculturale che ne può scaturire ci è data l’opportunità di crescere come Chiesa, di arricchirci mutuamente»[5].
[1] Da Chambéry, epoca romana, passava la via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia. L’antico borgo sorse nei pressi di un castello del X secolo; all’inizio dell’XI secolo passò a Goffredo di Chambéry. Berlione II fondò successivamente la città di Villeneuve de Chambéry, che fu unita alla città vecchia da Amedeo V di Savoia nel 1288. Passò poi ai francesi nel 1536 e di nuovo ai Savoia nel 1559. Quando nel XVIII secolo la contea di Savoia divenne provincia di Savoia, una delle sei suddivisioni dell’intendenza generale della Savoia, Chambéry ne era inclusa. A seguito dell’ingresso del generale Montesquiou, il 22 settembre 1792, la provincia venne inclusa nel territorio della Repubblica francese con il decreto del 27 novembre 1792, con il nome di Dipartimento del Monte Bianco. Così, sui nove distretti creati, quello di Chambéry era diviso in 22 cantoni, che raggruppavano 183 comuni. Con la restaurazione, Chambéry tornò a far parte del Regno di Sardegna. Dopo alterne vicende, nel 1860, in base al trattato di Torino, fu annessa con l’intera Savoia alla Francia. «Chambéry», in <https://it.wikipedia.org/wiki/Chamb%C3%A9ry>.
[2] Francesco, Messaggio del Santo Padre Francesco per la 107ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2021. Verso un noi sempre più grande, in <https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/migration/documents/papa-francesco_20210503_world-migrants-day-2021.html>.
[3] «La ciotola savoiarda».
[4] Per ulteriori approfondimenti: <https://www.cantine-savoyarde.fr/page/232693-presentation>.
[5] Francesco, Messaggio del Santo Padre Francesco per la 107ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2021. Verso un noi sempre più grande, in <https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/migration/documents/papa-francesco_20210503_world-migrants-day-2021.html>.
Altre esperienze di bellezza
Arricchenti sotto l’aspetto umano e culturale, oltre alla bontà e generosità gastronomiche, sono stati i pasti condivisi con suor Rosette e le consorelle del Burkina Faso, père Loïc parroco di Chambéry, frère Hilario e i confratelli cappuccini, Sylvain Gobbo con la madre (a rappresentanza della comunità italiana) e due sacerdoti del Burundi, Arnaud con la moglie Guylaine e le signore del Jardin partagé, Fabrice con la sua famiglia congolese, Rogerio che ci ha fatto visitare la città di Chambéry, Massabielle con la quale siamo andati ad Ars, alla comunità ecumenica di Taizé e a Paray-le-Monial per la devozione popolare al Sacro Cuore di Gesù. La maggior parte di loro collabora attivamente alla Mission Catholique, la cui responsabile è proprio suor Rosette. La loro missione è quella di «Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati». «Il loro lavoro, la loro capacità di sacrificio, la loro giovinezza e il loro entusiasmo arricchiscono le comunità che li accolgono. Ma questo contributo potrebbe essere assai più grande se valorizzato e sostenuto attraverso programmi mirati. Si tratta di un potenziale enorme, pronto ad esprimersi, se solo gliene viene offerta la possibilità»[1]. Ecco, qui c’è proprio questa possibilità.
Momento arricchente dal punto di vista spirituale è stata la celebrazione domenicale alla Mission Catholique. È la Messa con i giovani di tutti i paesi del mondo (JTP). I canti liturgici sono in diverse lingue. In questa prospettiva, «l’arrivo di migranti e rifugiati cattolici offre energia nuova alla vita ecclesiale delle comunità che li accolgono. Essi sono spesso portatori di dinamiche rivitalizzanti e animatori di celebrazioni vibranti. La condivisione di espressioni di fede e devozioni diverse rappresenta un’occasione privilegiata per vivere più pienamente la cattolicità del Popolo di Dio»[2].
In questa esperienza missionaria proposta possiamo affermare di aver vissuto quello che papa Francesco chiama la cultura dell’incontro con l’immagine del poliedro che «rappresenta una società in cui le differenze convivono integrandosi, arricchendosi e illuminandosi a vicenda […]. Da tutti, infatti, si può imparare qualcosa, nessuno è inutile, nessuno è superfluo»[3]. Che lo Spirito di Gesù risorto accresca sempre più in noi lo slancio missionario!
[1] Francesco, Messaggio del Santo Padre Francesco per la 108ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2022. Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati, in <https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/migration/documents/20220509-world-migrants-day-2022.html>.
[2] Ibid.
[3] Francesco, Lettera Enciclica Fratelli Tutti del Santo Padre Francesco sulla fraternità e l’amicizia sociale, in <https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20201003_enciclica-fratelli-tutti.html>.