“Alzati, va’ a Ninive!”
di Danilo Di Nardi, seminarista del primo filosofia
«Alzati, va’ a Ninive» è il titolo di una lectio divina sul libro del profeta Giona di Anna Maria Cànopi, madre abbadessa dell’abbazia benedettina «Mater Ecclesiae» sull’isola di San Giulio (NV), che ho letto in questi primi giorni di Quaresima. Un testo ricco di spunti per la riflessione che ben si adatta al tempo forte che stiamo vivendo in preparazione alla celebrazione del mistero pasquale, cuore della fede cristiana. Nella vicenda di Giona si intrecciano, infatti, temi di fondamentale importanza per la comprensione del piano di salvezza, quali la vocazione, il timore e la fuga di fronte ad essa, il pentimento e l’affidamento alla volontà divina, la conversione, la preghiera e la missione. La chiamata di Dio sconvolge la vita di Giona, turba la sua tranquillità con una Parola inaspettata che chiede di alzarsi e di andare proprio dove non si vorrebbe andare. Ciò fa pensare alle resistenze di Mosè, ai lamenti di Geremia, alla vicenda di Elia. La reazione di Giona, tipicamente umana, di fronte alla missione di cui viene investito, può trovare consonanza con la nostra vita, specie di chi, come noi alunni del seminario, sente la propria inadeguatezza ed il timore di fronte alla grandezza del progetto del Signore. Giona fugge da un Dio paziente e misericordioso che vuole inviarlo in terra nemica per predicare la conversione. Nonostante questo atteggiamento ostile da parte di Giona, Dio non si arrende e torna a rivolgergli la Sua Parola. È l’immagine di un Padre che non desiste dal Suo progetto di fronte alle nostre resistenze; anche se noi decidiamo di allontanarci da Lui, Egli trova la strada per farsi incontrare, per richiamare chi è lontano. Giona, dopo essere rimasto tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, prefigurazione dei tre giorni in cui Gesù è sceso negli inferi, si ravvede e va a Ninive, cooperando al progetto di salvezza di Dio su di lui e sui Niniviti. Il cammino di ritorno a Dio comincia da se stessi, ma coinvolge anche gli altri, è un fatto ecclesiale, comunitario. La vicenda del profeta Giona mostra la misericordia di Dio che aspetta con pazienza la conversione dei peccatori, non lasciandosi scoraggiare dalla malvagità degli uomini. Come Giona, dunque, ogni battezzato dovrebbe sentirsi chiamato ad un progetto per realizzare il quale, a volte, gli è necessario andare oltre se stesso, uscire da sé, dalle proprie paure, preoccupazioni o convinzioni, affidandosi alla volontà di Dio.