Psicologia e vita spirituale: sinfonia a due mani
di don Giovanni De Ciantis, vicerettore biennio filosofico
Oggi si va diffondendo sempre più il desiderio profondo di comunione e di armonia i molti settori del nostro vivere quotidiano. A livello individuale vi è una ricerca ansiosa e compulsiva di equilibrio e di pace interiore che si raggiungono con difficoltà e solo con un certo stile di vita. A livello scientifico vi è il forte desiderio di conoscere le leggi che governano l’armonia tra le realtà fisiche-biologiche e realtà trascendenti. A livello filosofico e teologico si va alla ricerca di un principio unificatore in grado di mettere accordo tra tutte le scienze nei confronti della realtà oggettiva.
Quanto impegno e quanta fatica! E tutto ciò a quale “senso”? Cosa ci può suggerire?L’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, si trova invece diviso in se stesso e sente il forte bisogno di recuperare l’unità perduta. Molte discipline umane cercano di dare il proprio contributo unificante per riportare la persona all’integrità originaria e tra esse la psicologia (specie se aperta alle realtà trascendenti).
Come facilmente intuibile, la nostra riflessione si fonda sì sul presupposto che la piena realizzazione della persona si raggiunge solo in Dio, ma vuole richiamare l’attenzione anche sul come una “solida base umana” contribuisca allo sviluppo di un cammino spirituale sicuro e libero aperto al dialogo autentico con il suo Creatore.
Per noi la persona, frutto dell’amore della Trinità, è essa stessa “trinità”, ovvero il principio unificatore che è la persona si compone di tre dimensioni distinte in relazione tra loro: il corpo, la mente e lo spirito. In questa “trinitarietà” – creata da Dio – sono poste le condizioni fondamentali che favoriscono o meno l’azione divina e che rendono realizzabile esistenzialmente l’adesione libera, responsabile e consapevole alla chiamata universale alla santità. In quest’orizzonte la grazia è donata all’essere umano nella sua esistenza e l’esperienza spirituale, anche la più elevata, viene vissuta dalla persona concreta e non astratta. Ci piace ricordare e facciamo nostri i due assiomi che la tradizione teologica e spirituale ci ha trasmesso: da una parte “gratia perficit natura” e, dall’altra, “gratia supponit natura”. Pertanto, “il discorso sulla psicologia e la vita spirituale non è un’esigenza imposta al cristiano dal di fuori, dalla moda, ma corrisponde piuttosto alla convinzione intima che una fede adulta deve procedere all’unisono con la maturità umana, poiché esiste un’ammirabile sintonia tra le due realtà. Esse si trasformano in una ‘sinfonia a due mani’, l’una proviene direttamente dallo Spirito Santo, l’altra indirettamente attraverso la creazione della natura e delle sue leggi di funzionamento” (B. Goya). L’arte sta nel coordinare armoniosamente il piano della natura e della grazia.
Come si è potuto cogliere facilmente, il nostro intento non è quello di convincere o riempire le pagine di giornale, quanto piuttosto quello di richiamare l’attenzione all’uomo, essere “ricco” e “buono” creato dal Creatore “poco meno di un dio, coronato di gloria e di onore” (Sal 8) e di mostrare l’importanza di impegnarsi per una base umana matura e integrata che favorisca un’autentica comunione intima con la Trinità. Nel nostro cammino tralasceremo la dimensione corporale – per la quale è sempre valido il detto “mens sana in corpore sano” – e ci focalizzeremo maggiormente sulle dimensioni psichica e spirituale augurandoci che quanto verrà detto, possa contribuire ad approfondire il proprio rapporto con Dio, poiché “la grandezza di un uomo dipende dall’intensità del suo rapporto con Dio” (S. Kierkegaard).
Continua…