SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Dal libro della Genesi (3,9.14-15)
Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?”.
Allora il Signore Dio disse al serpente:
“Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno”.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (1,4-6)
4In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
5predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
6a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Dal Vangelo secondo Luca (1,26-28.31)
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
MEDITAZIONE
Volutamente estraiamo – dai tre riferimenti biblici – piccole frasi che poi ci daranno un concetto di insieme per spiegare questa festa dell’Immacolata Concezione e la condizione contraria in cui l’umanità intera si trova, in seguito al ‘peccato originale’; come pure la possibilità di recuperare quanto abbiamo perso per ritornare ad essere, come era nel progetto di Dio: “Santi e immacolati”.
Intanto ascoltiamo la voce di Dio che fortemente mette Adamo con le spalle al muro: “Dove sei?”. È un appello diretto alla coscienza che lui aveva coscientemente calpestato. Come sei potuto arrivare a sfidare il Creatore? Dove è finita la tua responsabilità? Era tutto così armonioso nella natura, così bella, la tua relazione con il Signore, e tu l’hai sconvolta. Non sei più compagno di dialogo, né il sapiente centro dell’universo, ma del tuo disordine sono nati tutti gli altri disordini.
Il filosofo M. Buber pone questa frase, non come fosse un processo, ma un interrogativo alla coscienza di Adamo – e in lui, di ogni uomo, quindi anche a ciascuno di noi: “Dove sei nel tuo mondo? Dei giorni e degli anni a te assegnati ne sono già trascorsi molti; nel frattempo tu fin dove sei arrivato nel tuo mondo?”. Più in là dice: “Adamo sei tu. È a te che Dio si rivolge chiedendoti: ‘Dove sei?’… e Adamo si nasconde a questa domanda che ‘colpisce al cuore l’uomo e che l’uomo da essa si lasci colpire al cuore’. […] Proprio nascondendosi così e persistendo sempre in questo nascondimento davanti al volto di Dio l’uomo scivola sempre e sempre più profondamente, nella falsità. L’uomo non può sfuggire dall’occhio di Dio; ma va cercando si nascondersi a Lui, si nasconde a se stesso”.
Questo uomo è scelto per essere santo e immacolato nella carità, predestinato ad essere ‘figlio adottivo’: questo è il progetto di Dio, secondo quanto ci dice anche l’inno di Paolo nella seconda lettura. Adamo, l’uomo di tutti i luoghi e di tutti i tempi, l’uomo che è in noi, nei nostri progenitori e nei nostri fratelli, l’uomo che ci rappresenta tutti, ha tradito il patto di amore con Dio. Gli ha rivolto le spalle.
Ed ecco perché è abbandonato al destino che si è scelto, soggetto alla fatica del lavoro con scarsi risultati, accusa la donna che lo ha sedotto. Il disordine non è solo suo, ma anche di Eva, la ‘madre dei viventi’.
Ma ecco che il Signore già elabora un altro piano, sostitutivo del primo, ma capace di ristabilire quanto era stato perduto: in questo conflitto perenne tra il bene e il male, lei -la donna- sceglierà il bene, non in un solo gesto, ma come scelta strutturale della sua vita: è lei che, come immacolata senza peccato, piena di grazia, ristabilirà l’ordine tra l’umanità e Dio, opponendosi al disordine operato da Adamo.
Lo preannuncia già questo brano biblico che viene chiamato apposta ‘protovangelo’: a Eva si sostituisce Maria, la donna nuova che decise di donarsi totalmente al Signore, senza riserva alcuna.
Dice il Signore rivolto al serpente, viscido e tortuoso, segno del male che sarà scacciato da lei: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe, questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.
Ciò di cui si parla non è più il seme in senso generico, ma un seme ben individuato: la persona di Gesù, il Messia. È lei si è messa come ‘serva’, totalmente disponibile nei riguardi di Dio: “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.
Come sappiamo, fu Pio IX l’8 dicembre 1854 a proclamare questo Dogma dicendo che: “Per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, [la Vergine Maria] è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale”.
Per questo lei non è coinvolta nel vortice e nelle disgrazie operate dal peccato originale, per colpa del quale secondo il concetto di Paolo nella lettera ai Romani (cap. V) Adamo trasmise non i doni di Dio, ma il peccato e la morte.
Maria è scampata a questo naufragio universale per un privilegio particolare del Padre. Così lei è la purissima, colma di grazia e di ogni virtù e dono soprannaturale.
E questo per tutto il tempo della sua esistenza, in tutto il suo essere. L’anima non è stata intaccata della colpa, ma nemmeno il corpo era soggetto alle varie concupiscenze e passioni terrene. In altre parole, la presenza di grazia e la ragione d’essere, il costitutivo, la struttura della sua immacolatezza.
Liberata dal debito della colpa originale, in quanto figlia di Adamo, è stata preservata dalle conseguenze nefaste del peccato per grazia del Redentore.
Non è stata purificata o sanata dalle ‘ferite’ portate dal male, ma creata ‘intatta’, immacolata, tutta bella santa. A buon conto, allora, avrebbe potuto dire a Bernadetta: “Io sono l’Immacolata Concezione” (25 marzo 1858). Dopo in quello stesso giorno – come una volta – l’angelo Gabriele l’aveva salutata: “Ave, piena di grazia”. Ma in base a che cosa è stato proclamato questo Dogma? Indubbiamente le tradizioni nell’àmbito della Chiesa erano tante e avvalorate anche dall’autorità dei Padri della Chiesa.
Ma ci si deve fondare su indubbie espressioni evangeliche che nella loro pienezza di significati includono anche questa realtà.
1.Nel Vangelo viene chiamata “madre di Gesù, il Cristo”.
2.Dallo Spirito Santo sarebbe nato suo figlio, adombrata da lui.
3.Come già detto, lei è salutata dall’angelo in questo modo: “Salve, piena di grazia, il Signore è con te”.
4.Elisabetta, rivolgendosi a Maria, esclama: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”.
QUALCHE RIFLESSIONE
Tutti i titoli che sono stati dati a Maria derivano come conseguenza, dalla certezza che è la pienezza dei doni dati da Dio.
Oggi, in un momento di degrado di valori, in cui anche le donne fanno la loro parte, c’è bisogno di un punto di riferimento certo che dia insegnamenti di ordine soprannaturale alle presenti generazioni.
• Quando si pensa all’Immacolata, si pensa quasi esclusivamente al settore affettivo-sessuale. Anche, ma non solo; altrimenti le sue qualità altissime e soprannaturali sarebbero estremamente riduttive.
Maria è Immacolata sia sulla purezza, sia anche nelle intenzioni del suo operare, nelle sue decisioni, nella insita assenza di malizia, nel giudicare, nella semplicità della sua vita.
•Per noi seminaristi e sacerdoti è davvero Madre e sorella, riferimento ‘tipico’ di donna in cui la grazia di Dio dà lo stile, il taglio alla sua femminilità.
•Il Vasari2 – a chi faceva notare che il volto della vergine nella Pietà di Michelangelo era troppo giovanile – ripensava che doveva essere così, perché era vergine giovane e senza peccato. La grazia di Dio non riguarda solo la sfera spirituale, ma anche quella fisica. E spesso si nota!
•Ma è naturale che quanto lei opera di bene è perché è strettamente legata al suo Figlio e attraverso di Lui, alla Trinità.
Tanti episodi miracolosi ci dicono che lei opera con cuore materno, con tenerezza, con pietà, valori di cui abbiamo tanto bisogno.
•Ricordiamo – per valorizzarlo pienamente – che con il Battesimo noi siamo ritornati ad essere ‘santi e immacolati’ per grazia di Dio.
Se queste profonde verità restano solo teoriche e non le viviamo nella pratica, continueremo a vivere etsi Deus non daretur, come se Dio non ci stesse, cioè da pagani. Riflettiamoci!
•Feuerbach ne L’essenza del Cristianesimo dice che come noi abbiamo ‘gettato’ in Dio tutto ciò che è dell’uomo, così – per paura di essere superati dalle divinità pagane che hanno prototipi femminili, per attrare al culto le devozioni che si addicono alle donne – noi abbiamo elevato Maria come dea per raccogliere affettivamente le espressioni femminili di devozione.
Ora, Maria non l’abbiamo inventata noi, ma ci è stata data dal Signore come modello cristiano, in quanto seguace di Gesù e modello di comportamento umano e divino.