Grazie per… ammonire i peccatori!
DAL VANGELO SECONDO MATTEO (18,15)
Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.
Ammonire i peccatori! O altro? Ammonire (ad-monere) avvertire, ricordare, esortare può avere due accezioni: una “paterno-materna”, fatta da chi ha autorità sopra il “colpevole”, per il bene singolo e della comunità; l’altra, nota come “ammonizione fraterna”, si rifà al brano di Mt. A quest’ultima siamo tenuti per comando di Gesù stesso che ci obbliga a soccorrere il nostro prossimo quando cade in qualche colpa. E quale colpa più grave che cadere in peccato?! La parola “peccato” a cui solitamente ci rifacciamo, è dal latino “peccatum”, che significa: “infrazione di una regola stabilita dalla comunità”; se una persona infrange questa regola deve pagare la “penitenziam”… In realtà, vi è un “peccato di origine” e dobbiamo tornare al greco dei Vangeli e, soprattutto, all’ebraico-aramaico di Gesù. In greco, “peccato”, si dice “amartìa”, termine sportivo che si riferisce quando, “tirando con l’arco, si sbaglia il colpo”, e significa per noi, strada sbagliata, obbiettivo sbagliato. In ebraico, “peccato” si dice “khedìe/khata”, cioè “trauma” blocco causato da gravi turbamenti e rimettere i peccati vuol dire “guarire da un trauma”. Quando Gesù rimetteva i peccati a qualcuno, questa persona guariva da qualche trauma (che poteva essersi manifestato nel corpo, oppure no). Quest’ultima accezione è per noi la fondante e fondamentale! Il compito è “guadagnarsi il fratello” (Mt18,15). E come facciamo a capirlo se lo abbiamo guadagnato? Se ci ascolterà! Prima di essere ascoltati, bisogna che ascoltiamo. L’ammonizione più efficace e autorevole sta nel prendere per mano il proprio fratello e camminare con lui come Dio ha fatto con noi in Cristo Gesù. Il vero e grave peccato oggi? È il peccato-trauma d’aver perso il senso della vita, il fine ultimo… in poche parole, aver smarrito la Via, Cristo. È la grave ferita di relazioni false, opprimenti, disgreganti, alienanti; dell’indifferenza, dell’egoismo, della solitudine. È tutto questo che Gesù distrugge, facendosi nostra Via e insegnandoci a tenere fisso lo sguardo e il dialogo col Padre (il Fine, l’obiettivo, la Salvezza) e alla sua volontà…
Don Giovanni de Ciantis, vicerettore del biennio filosofico