Il Piccolo Principe (Antoine de Saint-Exupéry)
di Fernando Cianfruglia, seminarista VI anno
Il piccolo principe fu pubblicato contemporaneamente nel 1943 in inglese e francese ed è stato tradotto in più di 250 lingue. Il principe di un piccolo asteroide viaggia nell’universo incontrando individui inconsueti: un re che non ha servitori, un fanatico che non ha ammiratori, un uomo che continua ad ubriacarsi per non prendere coscienza delle sue difficoltà, un affarista che crede sue le stelle, un uomo perennemente indaffarato coi suoi lampioni e un geografo che non ha mappe. Il piccolo principe piomba nel Sahara ed incontra un aviatore con l’aereo in panne. Dai paradossi e dai dialoghi con l’aviatore e con gli altri personaggi, comprendiamo la vita densa di esperienze e saggezza di questo piccolo uomo.
Il libro può essere agevolmente letto dall’infanzia fino ad un’età imprecisata. Ad ogni incontro del piccolo principe possiamo scoprire o riscoprire una storia sempre diversa ed accorgerci con stupore della novità della quotidianità, come ci accade se parliamo con i bambini. Leggendo questo libro, ci può capitare di constatare come, lasciando da parte i preconcetti o la consuetudine, siamo ancora capaci di avere sentimenti, di dare un valore diverso all’amicizia, di rispolverare ricordi che sono appannati… Ci accorgiamo di come, attraverso un semplice incontro o un dialogo, possiamo crescere, diventare consapevoli e responsabili. Tutto questo semplicemente perché seguiamo il cammino di un piccolo uomo che ascolta e si prende cura degli altri e ci mettiamo ad innaffiare una rosa, a parlare con una volpe o a camminare insieme a lui, o a viaggiare nell’universo o tra le dune di un deserto. Seguiamo questo principe che è piccolo, bambino, anche in un percorso che non riusciamo a “vedere”. Siamo condotti in un percorso profondo che non possiamo scorgere se non con il nostro cuore, come dice una famosa frase del libro: “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Possiamo scoprirci grandi ma ciechi e sicuri di noi stessi ma senza speranza. Leggendo questo libro ci rendiamo conto che un “piccolo” si mette a parlare di cose dei grandi “abbassandosi” al loro livello. Impariamo che ciò che conta è imparare a riconoscere la venuta di un amico dal rumore dei suoi passi, ad ascoltare e vedere la bellezza di ciò che appare scontato e semplice. Impariamo anche così a “camminare” nella nostra vita.