2. Strumento della tenerezza di Dio
Il secondo capitolo di Lievito di Fraternità, offre una fondazione alla tenerezza, quale cifra della carità pastorale che conferisce unità alla vita del prete, nella sua partecipazione sacramentale alla tenerezza, tanto materna, quanto paterna, di Dio.
Tale partecipazione in virtù della quale il prete è segno e strumento della tenerezza di Dio nel rapporto sponsale di Cristo colla sua Chiesa, si gioca, secondo il paradigma dell’incarnazione, nel concreto dono di sé alla comunità particolare, nella perfetta coincidenza, propria del sacerdozio della nuova alleanza, tra sacerdote e sacrificio.
Tale dono che, ha nel servizio della lode a maggior gloria di Dio il proprio fine, si incarna nell’assunzione degli atteggiamenti di tenerezza femminile che cura ed accoglie e maschile che indirizza, sostiene e rialza, incarnata in un tempo ed un luogo particolari e nella conoscenza della propria gente.
Elementi individuati come possibile ponte rispetto all’esperienza in seminario erano ravvisati nel coraggio di mettersi in discussione, di affrontare le proprie debolezze e di lasciarsi correggere dalla Parola di Dio, dai confratelli e dal popolo santo.
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